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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

663212
Dossi, Carlo 15 occorrenze
  • 1879
  • Stab. Tip. Italiano DIRETTO A L. PERELLI - Ditta Libraria di NATALE BATTEZZATI
  • prosa letteraria
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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

aguzzini, scorgèvano i fabbri delle armille ingegnose di cui portàvano ancora le lividure, o i pensatori, Falàridi per filantropìa, di quelle càrceri mute

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lo si stesse attendendo di minuto in minuto. Tutto intorno, volti su cui la tema e la speme alternàvano i loro colori. Ai gruppi si aggiungèvano i

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sogni, ecco innalzàrsegli nella fantasìa, la casa tanto desiderata - una casetta gentile, di cui, glìcini e rose le pareti, rondinelle e colombi

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; le arti, nuove arti: s'allarga la fattorìa, e piglia nome villaggio. Infine, il dì giunge in cui l'uomo ridiventa individuo. Ciascuno, con la sua

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Mario! sò che le ore in cui ti attendevo mi èrano le più lunghe, e le più brevi quelle in cui ti avevo al mio fianco; sò che, quando apparivi

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lazzi èran sollievo alla morale afa. Dall'ira non si figlia la gioja. Nascèano e spegnèvansi insieme, scintille senza pastura. E quelli stessi, dalle cui

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noi, tuòi vermi, la cui storia è tutta risveglio all'ire, e alle vendette sprone, non fatte oneste dagli onesti nomi; noi, solo uniti ad impedir, che

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insulto, e gli si tolse dagli occhi. Per qualche tempo, nessuna nuova di lui. Ma una notte, in cui Forestina avventuràvasi sola per la campagna

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i mièi! ... morte a quella gloria di chiome, che mi allacciò, capello a capello! ... morte a quelle labbra bugiarde, di cui ero affamato! Io sazierò

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E la pace fu, e, in gran parte, si dovette al Beccajo. Caso nuovo! quel Gualdo, cui, nell'offesa, mal soccorreva, per la tardità della idèa e la

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, ch'era un solo sorriso, tacendo, chè nulla avèa ad insegnare a quella gentile, cui il Cielo era stato il maestro, e suggendo dall'aerino suo sguardo

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cui guizzàvano mùscoli, che gli avrèbber concesso di fare alle pugna col michelangiolesco Mosè. Ma il Letterato sorrise beffardamente: - La forza

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, cui il sole avèa dato il colore alle chiome, i gigli e le rose alle guancie, e alla pupilla il cielo. E Forestina, tendendo lo sguardo all'altìssimo

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l'Allegra, della banda di Gualdo, cui era commesso di pascolare la mandra, tornàrono, quasi fuggenti, prima dell'ora, alle case, narrando come una capra

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tramortita, fu scagliata ai nemici un'ùltima imprecazione; poi, tutti inselvàrono - duce il Nebbioso, cui non avèa taciuto la selva segreto alcuno. --- Ed è

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